Per i singoli, per le comunità, per gli Stati parlare oggi di eutanasia, formulare giudizi e modelli etici, poter legiferare in tema di eutanasia equivale a rivelare la propria visione dell’uomo, della sua dignità, del suo valore, delle sue origini, del suo destino; equivale, di conseguenza, a definire, in base ad una determinata visione dell’uomo, i fondamenti della deontologia e dell’etica medica, gli scopi della medicina, le finalità della ricerca e del progresso scientifico in rapporto all’uomo; equivale, pertanto, in ultima analisi, a pianificare il futuro del genere umano, ad intravedere sin d’ora, con cognizione di causa, quale direzione potrà prendere l’uomo, nell’immediato futuro, di fronte al bivio a cui è ormai giunto, secondo quanto affermava Giovanni Paolo II pochi anni fa (contrapponendo la cultura della vita a quella della morte): avere la possibilità di fare del mondo e della convivenza umana un grazioso giardino oppure trasformarlo in un cumulo di macerie, attraverso l’annientamento ontologico di se stesso………..
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